giovedì 25 ottobre 2012

Movimento Patria Nostra Isernia: Il Molise la regione più piccola e la più particolare del Bel Paese

Il Molise, oltre ad essere una regione tra le più piccola d'Italia é, forse, la più particolare del Bel Paese. Perciò non c'è da meravigliarsi se il popolo molisano sia perennemente in controtendenza rispetto alle vicende che caratterizzano il resto d'Italia: così come non c'era da meravigliarsi se i prodi garibaldini, giunti con spensieratezza e serenità in territorio molisano, venivano puntualmente bastonati e ricacciati indietro dai fieri molisani che non volevano saperne di lasciare che il glorioso Regno delle Due Sicilie venisse smembrato dall'invasore. Allo stesso modo, non c'è da stupirsi se all'indomani della I Guerra Mondiale i notabili liberali, incalzati in tutta Italia dall' incedere inesorabile di socialisti e popolari, godessero ancora della incondizionata fiducia di tutti i molisani. Per cui, nel 1922, saliti al potere Mussolini e i fascisti, un pezzo di storia politica nel piccolo Molise fu soppiantata da un trapasso dal liberalismo al fascismo improvviso e senza soluzione di continuità; eppure era come se poco fosse cambiato: così come quando il fascismo cadde e, di punto in bianco, il Molise, da saldo baluardo fascista, divenne avamposto d'acciaio dei democristiani, e lo rimase per 60 anni, senza che i comunisti(gente troppo estrosa per la mitezza e la moderatezza dei molisani) riuscissero mai a scalfire un regno bianco che sembrava inespugnabile. E alla luce di questo, alla luce della ritrosia dei molisani al cambiamento e agli stravolgimenti storici, del loro attaccamento a schemi tradizionali e ormai retrogradi, non c'è da stupirsi nemmeno se, a distanza di quasi vent'anni da "mani pulite", alle scorse regionali a fronteggiarsi, da destra e persino da sinistra, sono stati due democristiani di ferro; ebbene si, gli stessi comunisti, rassegnati o consapevoli della loro irrimediabile inesistenza, hanno preferito piegarsi nuovamente alla infinita e retriva tradizione politica molisana che non accetta modifiche dello status quo. E allora non c'è da meravigliarsi se un certo Michele Iorio, già sindaco democristiano 25 anni fa, faccia il presidente della regione da oltre dieci anni e se il suo principale oppositore sia uno dei suoi sodali dell'ultim'ora, passato alla spicciolata dall'altra parte della barricata. E non é tutto. Basti pensare che il Molise, da sempre tra le regioni politicamente più interessanti, è stato protagonista in tempi non sospetti di ben due ribaltoni regionali, in seguito ai quali si resero necessarie modifiche alle leggi elettorali, recepite poi dagli statuti di tutta Italia. Ma il Molise é anche la Regione delle calamità proficue, con un terremoto costato diverse vittime innocenti, ma anche diversi milioni di euro stanziati per la ricostruzione post-sismica ed usati per fini tutt'altro che edilizi; ed è la regione del l'elezione a consigliere regionale con 500 voti, dei gruppi consiliari unicellulari che spendono e spandono, dei rimborsi agli assessori della benzina già pagata con i soldi pubblici, delle indennità tra le più alte di Italia e dei familismi; delle clientele spudorate, del voto di scambio come prassi, della gente che pretende qualcosa in cambio prima di promettere la preziosa preferenza, degli eterni riciclaggi politici, dei trombati messi a capo degli enti sub-regionali, dei contratti interinali pre-elettorali, delle società partecipate e degli imprenditori immortali. Il Molise é la regione dell'abuso d'ufficio, dello strapotere dei politici, della concussione, ma è anche la regione del commissariamento: perciò accade che la sanità sia commissariata ed il commissario sia il colpevole del dissesto; accade che le amministrazioni comunali cadano come foglie secche e che il patto di stabilità sia solo una perifrasi da non contemplare nella gestione delle finanze pubbliche; il Molise é la regione dell'auditorium costato 50 milioni di euro, mai completato e dismesso prima ancora di essere utilizzato. E tutto questo mentre il contribuente paga tasse altissime, mentre la disoccupazione è a livelli inimmaginabili nel resto d'Italia e i giovani devono emigrare per costrizione. QUESTO E' IL MOLISE, E SE I MOLISANI NON VOGLIONO CAMBIARLO, EVIDENTEMENTE TANTO MALE NON STANNO E NON SONO MAI STATI!!! Giustino D'Uva Presidente Giovani Lupi Italiani Coordinamento Giovanile Movimento Patria Nostra

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