Le fatiscenti condizioni in cui si trovano gli istituti penitenziari italiani ,
non possono non trovare adeguata attenzione nella politica e nelle istituzioni.
Le condizioni delle carceri Italiane, sono, infatti, ai limiti della
sopportabilità umana, con problemi di: Sovraffollamento, penuria di acqua
potabile, carenza assoluta di personale di vigilanza, pessime condizioni
igieniche.
Tali situazioni creano le condizioni per il verificarsi di
tensioni tra il personale e i detenuti e di forme postreme di autolesionismo.
Non a caso, si registrano, quotidianamente, casi o tentativi di suicidio. E' una
condizione, quella della crisi del sistema carcerario, che riverbera la sua
negatività sul labile sistema dei rapporti che governa la realtà detentiva, ma i
cui problemi abbisognano di interventi non soltanto delegati a singoli direttori
o al buon senso di agenti e detenuti, bensì ad un forte richiamo di
responsabilità da parte del Parlamento.Tale situazione, è ulteriormente
aggravata dalla promiscuità, per razze e religioni, che si riscontra nelle
carceri , che in percentuale, ricalca i dati nazionali, con l'aumento
preoccupante di cittadini extracomunitari, molti dei quali, purtroppo, portatori
di patologie gravi e privi di ogni assistenza familiare, e spesso legale.
Diventa quindi obbligatorio che ogni livello istituzionale, locale e nazionale,
promuova azioni utili a disinnescare l'accrescere di tensioni intramurarie,
valutando compiutamente le ragioni e le indicazioni contenute nelle piattaforme
rivendicative dei sindacati degli operatori della Giustizia, che mirano
soprattutto ad una riqualificazione dei vecchi istituti penitenziari, al
completamento del piano carceri, ad un completo riconoscimento delle attività
professionali svolte dalla polizia penitenziaria. Sono purtroppo ben noti
l'insufficiente numero di agenti di sicurezza e la limitatezza di risorse con le
quali gestire strutture obsolete ed un numero raddoppiato di 'ospiti', per
questo va ancora di piu' riconosciuto il merito degli agenti che alla
professionalita' sanno aggiungere una grande umanita' nei rapporti con i
detenuti. Tutto ciò, per evitare l'implodere di sofferenze e disagi che, alla
fine, aumenterebbero in senso negativo i rapporti tra detenuti e con i detenuti,
a discapito dell'idea stessa di civiltà e di buon andamento dei servizi. Per
risolvere il problema pero', le soluzioni non risiedono nella costruzione di
nuove carceri o nel raddoppio dei posti in cella, come previsto da una circolare
ministeriale. Nemmeno nell'indulto o in riduzioni di pena da scontare ai
domiciliari. Per risolvere il sovraffollamento carcerario servono invece alcune
riforme di tipo strutturale e non provvedimenti tampone come, appunto,
l'indulto, o peggio ancora, l'amnistia. Ad esempio gli Stranieri (non solo
extracomunitari ) andrebbero rispediti al loro paese a scontare le pene, poi
andrebbe abolita la carcerazione preventiva che spesso viene usata solo per
estorcere confessioni o screditare qualche persona scomoda, poi si potrebbero
utilizzare i detenuti meno pericolosi per lavori socialmente utili (ad esempio
riparare le buche nelle strade) scontando i giorni di lavoro effettuati dalla
loro pena, infine andrebbero depenalizzati reati leggeri. Cio' non toglie che La
privazione della libertà è di per sé un fatto angosciante, ma chi si macchia di
un reato è giusto che ne sconti la pena, perché questa è la regola generale in
un sistema improntato alla democrazia costituzionale. Finire dentro una
prigione, però, non deve significare vedersi cancellati i diritti minimi di
civiltà, come il diritto all'acqua ed a spazi di convivenza imprescindibili alla
stessa condizione umana. la situazione Carceraria non e' un emergenza ma
un'indecenza.
Per Nuova Destra Sociale il tema e' cosi' delicato che non si
può risolvere a colpi di sparate propagandistiche come vorrebbe fare ill
Ministro Severino.
Le sue proposte, infatti, non risolvono il problema
carcerario Italiano, ma indulto ed amministia sono uno schiaffo in faccia alle
persone oneste, così come le celle di sicurezza nelle questure per trattenere
gli arrestati due giorni sono una idea pessima e di difficile realizzazione
pratica, poichè le celle di sicurezza, senza i controlli e le garanzie, propri
degli istituti penitenziari, ci riporterebbero al peggiore medioevo.
Ministro
Severino se lo tolga dalla Testa.
La priorita' dovrebbe essere la riforma
della giustizia, attraverso la la liberazione dei Palazzi di Giustizia dai
corporativismi, dalle politicizzazioni e dalla nullafacenza, occupandosi anche
dei problemi del riassetto del personale di polizia penitenziaria che lavora
molto ma non adeguamente retribuito.
L'ultima riforma risale, infatti, a 20
anni fa.
Riassumendo quindi, per Nuova Destra Sociale le ricette buone per
risolvere il problema carcerario sono riassumibili nella certezza della pena per
i detenuti condannati definitivamente, e in nessun sconto di pena e indulti e
amministie varie.
Ciascuna Persona civile non puo' non sentirsi offesa dallo
stato delle nostre carceri, ciascun cittadino non puo' non avvertire che la
soluzione deve portare maggiore Giustizia, come la certezza che i condannati
scontino la pena e che persone fino a prova contraria innocenti marciscano in
prigione in nome della più forcaiola ed aberrante forma di tortura, la
carcerazione preventiva, che, già nel nome ne fa capire l'ingiustizia perchè
rende colpevoli prima del giudizio e non viceversa
.
LIBERI GLI INNOCENTI
NON I COLPEVOLI!!
Angelo Aquilani
Coordinatore Centro Italia Nuova Destra Sociale
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